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Un drone sottomarino per mappare le alghe in Antartide

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Il drone sottomarino, permetterà di studiare anche aree molto vaste e sopratutto la distribuzione delle alghe che si trovano sotto i ghiacci dell'Antartide

Il drone sottomarino lungo 2,5 metri (foto:  Lars Chresten Lund Hansen)
Il drone sottomarino lungo 2,5 metri (foto: Lars Chresten Lund Hansen)

ANSA > Ambiente&Energia > Natura > Studiare la distribuzione delle alghe che si trovano sotto i ghiacci dell'Antartide sarà da oggi più semplice grazie ad un drone sottomarino in grado di esplorare il mondo sotto il mare ghiacciato anche per aree molto vaste. Il robot subacqueo, progettato da ricercatori dell'università danese di Aarhus e da colleghi australiani e neozelandesi, è stato sviluppato per studiare la distribuzione delle alghe anche per aree estese, cosa che fino ad oggi non era stata possibile. "Il drone - ha spiegato il coordinatore della ricerca, Lars Chresten Lund Hansen - era stato ideato per studiare il fondale marino e fare una mappa di fattori come i sedimenti, ma i nostri colleghi lo hanno modificato in modo che ora guardi verso il fondo del ghiaccio e misuri la luce che passa attraverso lo strato ghiacciato grazie ad un radiometro". Avere informazioni sulla quantità di luce che le alghe sono in grado di assorbire ad una certa lunghezza d'onda permette ai ricercatori di calcolare la quantità di biomassa delle alghe sotto il ghiaccio, ottenendo così una stima di dove e in che quantità si trovino.

Lo scopo di queste ricerche è capire quali fattori regolino la distribuzione delle alghe, che costituiscono una componente importante dell'ecosistema dell'Antartide, dato il loro ruolo nella catena alimentare: sono infatti fonte di cibo per alcuni zooplancton. Le alghe che si trovano sotto il ghiaccio, ha spiegato un altro degli autori, Brian Sorrell, "sono di notevole importanza perché utilizzano la debole luce della primavera, quando non ci sono altri produttori primari per dare cibo ed energia al resto della catena alimentare".

Eppure, già da anni, alcuni scienziati sostengono che lo scioglimento degli Iceberg, considerato da molti l'icona del riscaldamento globale, rappresenta un processo naturale che potrebbe ritardare o addirittura fermare il cambiamento climatico. 

Il gruppo di lavoro, a bordo della Royal Navy HMS Endurance, al largo della costa dell’Antartide, per esempio ha scoperto che durante lo scioglimento dei ghiacci, vengono rilasciate in mare minuscole particelle di ferro. Il ferro alimenta e favorisce la riproduzione delle alghe verdi, le quali assorbono il dannosissimo biossido di carbonio (CO2) e quindi bloccano i nocivi gas che producono l’effetto serra. Tali situazioni, tuttora allo studio, potrebbe essere una chiave di salvezza per i problemi climatici mondiali.
Il capo dei ricercatori, il professor Rob Raiswell, dell’Università di Leeds, ha dichiarato: “La stessa Terra sembra volerci salvare.” Come detto, i pionieristici esperimenti al largo dell’isola Britannica di South Georgia, 800 miglia a sud-est delle Falkland, come in altre parti del continente Antartico, si susseguono e la notizia del drone sembra portare alla consapevolezza che l'uomo sia sulla strada giusta.  
In passato, i ricercatori avrebbero impiegato diverse tonnellate di solfato di ferro per alimentare artificialmente le  alghe, tanto che la "macchia verde" sarebbe stata anche visibile dallo spazio; però se gli scienziati sapevano già che il rilascio di ferro in mare avrebbe stimolato la crescita delle alghe, dall'altra parte, gli ambientalisti, avevano denunciato che, il processo indotto artificialmente, avrebbe certamente danneggiato il fragile ecosistema del pianeta.
A seguito di tutto ciò, le Nazioni Unite hanno messo al bando la fertilizzazione di alghe attraverso il ferro, ma i ricercatori a bordo di HMS Endurance, al largo della costa della’Antartide, hanno scoperto che minuscole particelle di ferro vengono rilasciate in mare, durante lo scioglimento dei ghiacci, dimostrando così che in effetti già in natura avviene tale meccanismo, per cui da milioni di anni, nelle acque dell’Antartide, l'ecosistema opera in tale modo. 
Adesso il mondo attende le prossime fasi di studio, e se il professor Victor Smetacek, ebbe a dichiarare che: “Il gas sarà eliminato dall'atmosfera della Terra per diverse centinaia di anni,” il vero obiettivo sarà quello di scoprire se una zona artificialmente fertilizzata avrà un  incremento per la crescita di alghe nell’Oceano Antartico. La sua superficie copre 20 milioni di miglia quadrate e gli scienziati affermano che, alimentate dal ferro, la crescita di alghe eliminerebbe tre gigatonnellate e mezzo di biossido di carbonio, ciòè circa un ottavo delle emissioni annuali.  
I ricercatori della nave HMS Endurance avevano utilizzato sonde per penetrare in profondità ed effettuare prelievi all'interno di una mezza dozzina di iceberg distaccatisi dalla massa polare dell’Antartide. Una volta nel Regno Unito, avevano utilizzato uno speciale microscopio per analizzare i campioni, che avevano rivelato ciò che stavano cercando: piccole particelle di ferro, incorporate all'interno del ghiaccio; adesso i sistemi di ricerca si aggiornano, ma la strada sembra la stessa!

Da altri articoli sull'argomento:
Il prof. Raiswell ha dichiarato: “Queste particelle misurano solo una frazione di millimetro, ma hanno grande importanza per il clima globale.”
L'aumento globale delle temperature, soprattutto negli ultimi 50 anni, ha esagerato la velocità con cui si scioglie il ghiaccio polare, provocando un aumento del livello del mare. I dieci anni più caldi sono stati registrati dal 1991 in poi, ma gli esperti hanno costatato che il 2015 è stato l'anno più caldo in assoluto.
L’effetto del cambiamento climatico dovrebbe aumentare notevolmente nei prossimi decenni, in quanto le nazioni in via di sviluppo industriale immettono nell’atmosfera maggiori quantità di CO2. Le temperature, solo lungo la Penisola Antartica, sono aumentate di 2,5° nel corso degli ultimi 50 anni, ma per ogni punto percentuale in aumento, le quantità di ghiaccio che si sciolgono, il prof. Raiswell calcola, rimuovono dall'atmosfera ulteriori 26 milioni di tonnellate di CO2.

Fondamentalmente, gli scienziati vogliono sapere quanto CO2 sarà intrappolato e portato a fondo dalle alghe. Rob Raiswell è chimico geologico presso l'Università di Leeds, e ritiene che il progetto sia controverso in quanto non sono stati testati gli effetti sull'ecosistema. Le alghe che affondano di un paio di chilometri sotto la superficie vi rimarranno per centinaia di anni; mentre le alghe che rimarranno a poche centinaia di metri dalla superficie rilasciano carbonio nell'atmosfera

Il dott. Phil Williamson, coordinatore scientifico del programma Surface Ocean Lower Atmosphere Study (lo studio atmosferico sulla superficie dell’Oceano Antartico) finanziato dalla britannica National Environment Research Council (Consiglio Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente), ha definito la ricerca “eccitante”. “Abbiamo le immagini dal satellite che  mostrano l'oceano verde per settimane dopo l’esperimento, ma la chiave sarà capire se rimane così”, ha affermato il dottor Williamson. In passato i sistemi per fertilizzare i mari con il ferro sono stati mossi da interessi commerciali. Questa è la più grande ricerca scientifica mai intrapresa. La Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni Unite aveva sollecitato una battuta d'arresto per la fecondazione dell'Antartico, fino a quando non vi fossero stati dati scientifici più dettagliati. Ma dopo i risultati della scoperta dei ricercatori inglesi ha dato il via libera al team del professor Smetacek del “Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research” di Bremerhaven, in Germania. Tuttavia, anche il prof Raiswell ha definito il progetto “altamente controverso”. Ha dichiarato: 'Gli oceani non sono contenitori isolati e gli effetti si sentirebbero anche nelle zone circostanti. Noi non sappiamo quali conseguenze avrebbe. Gli ecosistemi sono molto complicati.”  Se il ferro rilasciato dagli iceberg è positivo, allora significa che guadagniamo più tempo. “La Terra potrebbe avere meccanismi di difesa naturale, ma noi dobbiamo comunque cercare di ridurre le nostre emissioni di CO2.” “comunque cercare di ridurre le nostre emissioni di CO2.”

Il prof Smetacek ha detto che la questione è troppo complessa per non essere analizzata dagli scienziati. Egli ha messo in guardia: “le critiche saranno spazzate via quando sarà chiara la nostra impotenza di fronte ai cambiamenti climatici”

Da vari articoli su internet.