Riassunto storico SOSJJ

Storia del S.O.S.J.J., fino al 1798 (cenni traducibili)

Il . Inserito in Storia

 

 

Cenni di Storia del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme

*World Confederation*

 

La storia del S.O.S.J.J., da oltre 900 anni riempie libri, enciclopedie, manoscritti, ed ogni forma di veicolo che è stato possibile tramandare, raffigurare, costruire, etc. Nove secoli di storia. Spada e opere di misericordia.

L'ordine è nato così, a partire dalla prima crociata del 1099: con Ospedali a Gerusa- lemme, in Terra Santa e lungo i percorsi dei pellegrini. E monaci guerrieri a protezione di queste oasi, da saraceni e predoni. E’ un lungo pellegrinare quell’ Ordine per circa 7 secoli (Cipro, Rodi, Malta) fino alla sua frantumazione, operata da Napoleone, nel 1798, con l’espulsione dei Cavalieri da Malta.

E’ quindi opportuno sancire definitivamente che la "deposizione delle armi" da due secoli è stata definitiva, sopratutto cancellando la parola "militare" anche dal proprio nome, magari rivedendo alcune posizioni non più sostenibili, dati i nuovi sistemi di informazione e internet, conquistando la "sovranità spirituale" con azioni veramente disinteressate, incondizionate, pacifiche.

Per cui, cessato il fragore delle armi, assolto il suo compito militare già da tempo, l’ Ordine torni alla sua antica vocazione assistenziale, ed affronti nuovamente e con rinnovata veemenza la lotta contro le malattie, la miseria, l’ignoranza, la carenza dei valori ed il disordine morale. Se volessimo poi pretendere di “fare” la Storia del So- vrano Ordine, potremmo sembrare almeno dei presuntuosi, quindi ci limiteremo a dare qualche “flash” conoscitivo che ci riguarda ed in particolare offrire dati certi ed inoppugnabili circa le nostre origini “post” 1798, la continuità storica ai nostri giorni, secondo statuti e norme “ante 1798”, e via dicendo.

 

Alcuni cenni Storici:

Nell’anno mille Gerusalemme è occupata dai Saraceni. Un gruppo di filantropi naviga- tori amalfitani, intorno all’anno1020-1025, ottiene dal Califfo Dehara Ladimellah la concessione per la costruzione a Gerusalemme di un quartiere dotato sopratutto di un “hospitale” per i malati ed i pellegrini, spesso vittime di violenze, rapine e perse- cuzioni. Nel corso degli anni, la comunità si accresce fino a diventare una vera e pro- pria casa di accoglienza dove “i monaci ospedalieri”, a Gerusalemme, curano ed ac- colgono tutti i pellegrini, di ogni colore, razza e religione. In quegli anni, proprio nei luoghi di preghiera e di pellegrinaggio, i predoni attaccavano i viandanti, per cui i monaci, per portare soccorso alle vittime delle ruberie e non essere loro stessi presi di mira dai banditi, furo- no costretti ad imparare l’uso delle armi, divenendo essi stessi “monaci guerrieri” alla difesa dei deboli, dei poveri, degli afflitti, degli orfani, delle vedove.

Gli amalfitani rimangono vicini all’ “Hospitale” di Geru- salemme che, nel frattempo, viene gestita dai Benedettini ed in particolare da Fra Gerardo Sasso (a tal proposito sono discordi i riscontri storici, alcuni come G.G. Napione lo identificano in Fra Gerardo da Tonco (o Gerard Tum), feudatario astigiano partito per la prima crociata, altri, come l’amalfita- no Giuseppe Gargano, appunto in Gerardo de Sas- so con casa paterna in Scala, nell'attuale borgo del Monastero, (Amalfi del Monte)). Costituita la Confraternita di San Giovanni, Fra Gerardo diviene il primo Gran Maestro dei monaci in armi” che appoggiano i Crociati e combattono al loro fianco. Nel 1099, alla fine della 1ª Crociata (1095-1099), Goffredo di Buglione riconquista Gerusalemme, l’anno suc- cessivo dopo la sua morte, il fratello Baldovino diventa il primo Re di Gerusalemme.

La “Sacra Domus” vive il suo momento più esaltante e certo, inizia a svolgere una azione di supporto non solo ai commercianti ed ai pellegrini, ma a quella Confraterni- ta di “frates” che intanto si allarga a macchia d’olio in tutti i luoghi santi. Essa, che assume caratteristiche ed istituzioni proprie, inizia ad operare a favore dei Crociati.

In virtù della bolla pontificia, "Pie postulatio voluntatis", del 15 Febbraio, 1113, e seguenti atti, Papa Pasquale II determina l’istituzione degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme, Sovrana ed indipendente da ogni autorità civile ed ecclesiastica. Il piccolo sodalizio varca i confine della Palestina e si diffonde in tutta la cristianità dove, per autorizzazione pontificia, può ricevere donazioni e fondare case. Morto Fra Gerardo, nel 1120 è chiamato alla guida del Sovrano Ordine un nobile si- gnore provenzale, Fra Raimondo Du Puy, il quale muta radi- calmente l’impostazione, la strategia e la finalità della istitu- zione. La difesa del Regno Latino di Gerusalemme e il fiorire dello spirito cavalleresco sono alla base del mutamento che induce i “frates” a diventare “equites et servientes armigeri”. Per volontà di Innocenzo III, agli iniziali compiti assistenziali, si aggiungono funzioni militari. Una originale fusione, quindi, tra forza militare a difesa della cristianità e carità ospedaliera a difesa della vita. I Cavalieri di San Giovanni onorano il“drappo rosso con la Croce bianca al centro ed hanno adottato come emblema la cro- ce bianca ottagonale”, combattono per la difesa dei deboli, degli inermi, dei pellegri- ni, del diritto e della giustizia. Essi sono legati dai tre voti di obbedienza, povertà e castità. I cappellani assicurano le elemosine, mentre i frates curano, consolano e seppelliscono i malcapitati.

Sono presenti in armi alle Crociate dove si distinguono per valore, coraggio e fedeltà ai valori cristiani. La caduta di Gerusalemme e dell’intera Palestina in mano ai Turchi segnerebbe un momento negativo per l’Ordine se esso non potesse contare sulle “Domus” che restano come isole occidentali nello sconfinato mondo orientale.

Nella generosa speranza di riconquistare i luoghi Santi, l’Ordine (1291) si stabilisce a Cipro dove ottiene dal Re Enrico di Lusignano la città di Limisso. É sul mare che adesso si compirà la leggendaria epopea dell’Ordine. Sulle loro navi, battenti bandiera rossa con la bianca croce ottagonale, i Cavalieri difenderanno i convogli dei pellegrini diretti verso i luoghi santi ed attaccheranno senza tregua le flotte nemiche o corsare.

 

Successivamente a questi fatti, i cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme nel 1308 comandati dal loro Gran Maestro Foul Ques de Villaret riscattano l‘isola di Rodi dove resteranno per 214 anni lasciando l’isola il 2 gennaio 1523

 

FRA GIOVANNI DE VILLIER 22° Gran Maestro1291Assedio di San Giovanni d’Acri: poche centinaia di Ospitalieri, Templari e Teu- tonici appoggiati da milizie genovesi si arroccano ad Acri, per permet- tere alla popolazione superstite di imbarcarsi per l’Europa. Resistono oltre un mese contro 160.000 saraceni provenienti dell’Egitto e dalla Siria. Riescono a trattenere i nemici fino a quando l’ultima donna cri- stiana è in salvo sull’ultima nave, insieme ai superstiti imbarcati perchè feriti ed inabili al combattimento. Fra loro c’è il Gran Maestro Giovanni De Villier che porta le insegne dell’ordine in rifugio a Cipro. Nessu- no dei difensori di Acri cade in mano al nemico, in quanto si raggruppa- no in un’unica torre che è fatta crollare seppellendoli insieme. “Quando gli Ospedalieri devono occupare un posto militare e resistervi fino alla morte, è lì che si fanno uccidere. E si considerano martiri coloro che periscono combattendo.

 

FOLCO DE VILLARET Conquistatore di Rodi – (1308/1309) Allontanatisi da Candia gli Ospedalieri iniziano la conquista di Rodi con il Gran Maestro Guglielmo De Villaret, secondo i piani strategici del genovese Vignolo de Vignoli, nel 1306; la portano a termine il 15 agosto del 1309 con il Gran Maestro Folco De Villaret: i cavalieri di San Giovani di Gerusalemme sono diventati ora i cavalieri di Rodi. Con l’esperienza di navigatori genovesi approntano una flotta di agili galere con le quali conquistano Lero, Coa, Nisiro, Calchi, Limonia, Castelrosso e numerose isole dell’Egeo.

 

 

Dopo Rodi: Malta:

 

Successivamente, dopo un pellegrinaggio in varie città in Italia alla ricerca di una sede confacente, nel 1530 Giulio dei Medici, cavaliere dell’Ordine e gia Gran Priore di Capua, divenuto Papa con il nome di Clemente VII, interviene presso l’imperatore Carlo I di Spagna, il quale il 25 luglio di quello stesso anno firma il diploma di concessione (confermato anche da Bolla Papale in perpetuo) del Feudo Nobile e franco dell’isola di Malta (e di Tripoli sulla costa africana).

 

Da questo momento i cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme nella storia vengono indicati più comunemente come i Cavalieri di Malta dalla croce ottagona delle 8 punte. Restano nell’isola, divenuta nuova sede di diritto e di fatto della sovranità universale già esercitata dal 1113, fino al giugno del 1798. Fu infatti in tale anno che i cavalieri furono costretti a lasciare l’isola a Napoleone Bonaparte, senza combattere ma con l’ono- re delle armi perché, dice la storia ufficiale, il Gran Maestro, il tedesco Ferdinand Von Hompesch zu Bolheim, non volle spianare le armi contro altri cristiani cattolici. Perduta Malta, un manipolo di uomini al seguito del Gran Maestro ri- parò in Italia, mentre circa 400, tra cavalieri e dignitari, si recarono a San Pietroburgo, dove si posero sotto la protezione del- lo zar Paolo I di Russia. In questa città, in sinodo con i cavalieri del Gran Priorato di Russia, di Germania e di Polonia, questi votarono la dichiarazione ufficiale di decadenza del Gran Maestro, Ferdinand Von Hompesch zu Bolheim. Lo stesso zar, con la be- nedizione anche del Papa preoccupato dello strapote- re di Napoleone, assunse prima lo status di “Gran Protettore” e poi quella di 70° Gran Maestro del So- vrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cava- lieri di Malta (13 novembre 1798). Il 21 novembre lo zar istituiva le commende ereditarie dello ordine di Russia, secondo il diritto nobiliare seguito della casa Romanov, composta dal Gran Priorato cattolico e dal Gran Priorato ortodosso che definitivamente innalzò nel luglio del 1799. Paolo I (Petrovič Romanov) muo- re il 23 marzo 1801. Si può anche affermare che fu l'ultimo Gran Maestro del S.O., infatti, dopo di lui, non ci fu più un Gran Maestro del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme riconosciuto indiscutibilmente da tutte le lingue dei Cavalieri nè elevato in un regolare "Sinodo Equestre". Ironicamente, mentre le proprietà dell’Ordine venivano aperte e impunemente saccheggiate da tutti e i suoi territori ovunque invasi, le sei grandi potenze europee sottoscrivevano il trattato di Amiens, il 25 marzo 1802.

Con questo trattato internazionale di pace, si riconosceva e si provvedeva a ristabilire la restituzione dei territori, l’indipendenza, la protezione e la perpetuazione del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. Detta sovranità, determinata nel 1113, definita di fatto e di diritto a Rodi nel 1308, riconfermata a Malta nel 1530 e riconosciuta nel trattato di Amiens nel 1802, mai cessò di esistere con o senza territorio. È un principio stabilito dal diritto internazione il quale afferma che un diritto, dopo essere stato concesso, non richiede per la sua conservazione la continua esistenza del potere da cui venne acquisito. Se un trattato o un'altra legge è stata applicata nel riconoscere un diritto, la scadenza del trattato o della legge non annulla detto diritto.

 

Da Malta ai nostri giorni:

 

Il 9 febbraio 1803 Papa Pio VII (succeduto a Papa Pio VI morto “in esilio”) “ri-fonda” l’Ordine con la denominazione S.M.O.M. (Sovrano Militare Ordine di Malta) e nomina Gran Maestro il Bali Giovan Battista Tommasi di Cortona, non avendo voluto accettare tale Dignità frà Bartolomeo Ruspoli.

La ri-fondazione e contestuale nomina del Tommasi (che non fu accettata dai Cavalieri sparsi per l’Europa) sembrava indispensabile al fine di ottenere la restituzione dell’isola di Malta, detenuta dagli Inglesi, che sarebbe dovuta avvenire mani del Gran Maestro” pro-tempore, come prevedeva il Trattato di Amiens (1802). Quale risultato di queste vicissitudini storiche e politiche, il vecchio tronco dell’albero dell’Ordine si separo in vari rami: Gran Priorato degli Stati Uniti (costituito nel 1794), Gran Priorato Russo (con i Cavalieri partiti da Malta dopo la presa dell’isola da parte di Napoleone), Baliaggio di Brandenburgo ( noto come “Johanniterorder”), Priorati d’Inghilterra, Irlanda e Dacia, con altri Priorati, balivati, commanderie, che erano protetti dalle corone europee esistenti o incorporati in altri Regni (Portoghesi, Spagnoli, Polacchi, etc.)

La storia di questi ultimi 200 anni che ci riguarda, inizia in pratica nel 1797, Nel Gennaio del 1797, l’Ordine infatti fu riconosciuto in Russia da una Convenzione firmata a San Pietroburgo tra lo Zar Paolo I ed il Gran Maestro de Rohan. I termini della Convenzione furono ratificati nell’Agosto, 1797, con il Gran Maestro successore di de Rohan, Fra Ferdinand von Hompesch che conferì allo Zar il titolo di Protettore dell’Ordine. Nel Dicembre, 1797, durante una solenne cerimonia, lo Zar accettò questa nuova dignità. Questi, successivamente, accettò anche di divenire il 70° Gran Maestro del Sovrano Ordine, cedendo alle richieste dei circa 400 Cavalieri che da Malta si recarono alla sua corte in San Pietroburgo ed ai Cavalieri delle altre lingue di Europa che lo riconoscevano l'unico in grado di ostacolare il potere di Napoleone, (con la Benedizione del Papa che era in pratica in ostaggio dell'imperatore francese). Alla morte dello zar Paolo I, Alessandro I, unico erede, non assunse il Gran Magistero dell’Ordine, bensì rimase reggente del Priorato Russo Ortodosso (quale regnante) e “Gran Protettore” dell’Ordine” (titolo che confermò in perpetuo per la famiglia dei Roma- nov), restituendo al Papa le insegne che furono del padre e consentendo così la rifondazione dell’Ordine nel 1803, per i Cavalieri di fede Cattolica (anche se gli inglesi che custodivano l’isola di Malta, non riconobbero né il Commissario Vaticano che a nome dei Cavalieri chiedeva loro la restituzione appunto dell’isola dopo il Trattato di Amiens, né del Gran Maestro Tommasi, perché non era di certo il rappresentante di tutte le lingue, ma solo della lingua d’Italia e del Papa, ed era indispensabile il placet dello zar). Da quella data, le fortune dell’Ordine dei Cavalieri di Fede Ortodossa colli- marono quindi con le sorti della famiglia Reale degli Zar di casa Romanov.

 

 

 

 

ZAR  PAOLO I DI RUSSIA

Gran Maestro 1798-1801 -

 

Con la resa di Malta a Napoleone il 12 giugno 1798 del Gran Maestro Fra Ferdinando Von Hampesch iniziò l’esilio dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme in tutto il mondo, sia presso priorati esistenti, sia presso regnanti e nobili amici. Si possono individuare queste migrazioni: in Italia sotto la protezione di Papa Pio VII, in Spagna sotto quella di Carlo IV di Borbone, in Inghilterra sotto quella di Giorgio III Hannover, negli Stati Uniti con il trattato di Monroe. La maggior parte di cavalieri di ogni grado e luo- gotenenti si trasferì in Russia, dove il Gran Maestro Ema- nuele De Rohan Polduc nel 1797 aveva eretto a San Pie- troburgo il Gran Priorato di Russia, sotto la protezione dello Zar Paolo I. Lo stesso Zar con la benedizione del Papa assu- me prima lo status di “Gran Protettore” e poi quello di 70° Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme il 13 novembre 1798.

 

Dichiarazione dello Zar Paolo I (10 settembre 1798) di protezione del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme

 

Noi confermiamo l’esposto in tutto il suo vigore ed a testimonianza del nostro tradimento [sic] per lo zelo dei membri dell’Illustre Ordine di San Giovanni aspettiamo sotto la nostra protezione tutto il corpo ben intenzionato. Noi promettiamo non solo di mantenerlo nelle sue istituzioni, privilegi ed onori, ma ancora di fare tutto il possibile per il suo ristabilimento nel suo primiero e rispettabile stato di contribuire all’utilità di tutta la Cristianità in generale, particolarmente di ogni Stato ben regolato.

Noi abbiamo dato ordini ad ogni nostro ministro nelle corti straniere di dare, in nostro nome, l’assicurazione formale che, prendendo sotto la nostra suprema protezione l’Illustre Ordine di San Giovanni, noi non intendiamo avanzare alcuna pretesa che potrebbe pregiudicare i loro diritti”

 

 

Nell’ottobre dello stesso anno i Cavalieri del Gran Priorato di Russia, proclamavano Gran Maestro Paolo I:

 

Noi, Balì, Gran Croci, Commendatori, Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerualemme, dopo aver preso in considerazione la triste situazione dell’Ordine, la mancanza assoluta di mezzi in cui versa, la perdità della sua Sovranità, la dispersione dei suoi membri erranti senza capo e senza punto di unione, i pericoli che minacciano l’Ordine ed i progetti usurpatori che tendono all’occupazione delle sue proprietà e della

[sic] sua rovina totale, volendo e dovendo, per questa ragione, usare tutti i mezzio che Dio ci ha dati per prevenire la distruzione di un’[sic] Ordine così antico e celebre che riunisce il fior della nobiltà e che ha reso tanti servigi alla Cristianità, di un Ordine la cui istituzione riposa sui buoni principi che sono i migliori sostegni dell’autorità legittima e che tende ad asicurare la sua conservazione e la sue esistenza, penetrati dalla riconoscenza che dobbiamo alle intenzioni e dai ben fatti di Sua Maestà l’Imperatore di tutte le Russie verso il nostro Ordine, pieni di rispetto delle sue virtù e di fiducia nella sua sacra parola decretiamo non solo di mantenerci nei nostri stabilimenti, privilegi ed onori ma ancora di usare tutti i mezzi che sono in suo potere per ristabilire il nostro Ordine in uno stato rispettabile in cui si trovava e dove si cooperava al bene dell Cristianità in generale e a vantaggio di ciacun Stato ben governato. Infine considerando l’impossibilità in cui ci mette la dispersione del nostro Ordine d’eseguire, nelle attuali circostanze, le antiche norme ed usi prescritti dalla sua Costituzione e dai suoi Statuti e vogliamo, nel frattempo, con l’elezione di un successore di Lisle Adame La Vallette, assicurare la dignità ed il potere, attaccati alla Sovranità dell’Ordine. In conseguenza noi Balì, Gran Croci, Commendatori, Cavalieri del Gran Priorato di Russia e d’altri

membri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, riuniti a Pietroburgo, nostra residenza, tanto in nome nostro che in quello delle altre Lingue, che riuniscono a noi per accessione solida ai nostri pincipi, Proclamiamo, Sua Maestà l’Imperatore di tutte le Russie, Paolo I, Gran Maestro dell’ Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. In virtù della presente proclamazione noi

promettiamo, conformemente ai nostri statuti e leggi, per un’[sic] impegno solenne e sacra obbedienza, sottomissione e fedeltà a Sua Maestà l’Imperatore come nostro Eminente Gran Maestro”